"La luce della fede in Gesù illumina
anche il cammino di tutti coloro che cercano Dio,
e offre il contributo proprio del cristianesimo
nel dialogo con i seguaci delle diverse religioni"
- Lumen Fidei 35 -
L e f r o n t i e r e d e l l ’ a n i m a
COLLANA DI SPIRITUALITÀ PUBBLICATA DA
RIVISTA DI ASCETICA E MISTICA / EDIZIONI NERBINI
SEZIONE TESTI CARMELITANA
GIOVANNI BALLINI, Spiritualità indiana. Magistero e mistica carmelitana, Edizioni Nerbini Firenze 2010, pp. 210.
- dalla quarta di copertina
Il termine ‘spiritualità’ esprime la ricerca di un valore assoluto. La spiritualità indiana è qui intesa come ricerca di un cammino spirituale, una ricerca dell’Assoluto che trova le sue origini nello Yoga - योग - via degli antenati, antico sentiero di realizzazione per l’uomo indiano. L’autore si pone l’obiettivo di offrire gli orientamenti introduttivi alla spiritualità indiana con lo scopo di individuare gli elementi spirituali comuni che possano far incontrare le antiche religioni dell’India e la fede cristiana. Gli elementi compatibili sono ricercati dall’autore alla luce della mistica esplorativa di s. Giovanni della Croce: Spiritualità indiana può essere considerato la seconda parte de Il sentiero mistico di Giovanni della Croce.
Il testo è scorrevole e articolato, ricco di riferimenti scritturistici ‘canonici’ indiani e di riferimenti al Magistero della Chiesa Cattolica, come pure di citazioni da autori e studiosi cattolici. Offre inoltre una esaustiva bibliografia di riferimento.
- dalla Prefazione dell’Autore
Le pagine che seguono sono il frutto del corso tenuto nel 1999 come docente nell’Istituto di Spiritualità S. Teresa di Gesù Bambino, con sede nel Convento dei Carmelitani Scalzi di Pisa.
Due sono le linee guida di spiritualità indiana: l’Enciclica Fides et Ratio (FeR); l’Istruzione Dialogo e Annuncio.
Dialogo con le antiche tradizioni religiose dell’India, per contribuire alla reciproca conoscenza soprattutto nell’ambito della spiritualità, ricercando “elementi compatibili” (FeR 72). Annuncio del Vangelo, Gesù Cristo, che sarà qui proposto seguendo l’insegnamento spirituale di San Giovanni della Croce, Maestro nella Fede, posto in evidenza in ogni ambito di questa ricerca.
“Necessità della Chiesa nel disegno della salvezza”
(Benedetto XVI, Omelia nella Visita Pastorale a Brescia, 8 Novembre 2009)
Il libro “Spiritualità indiana”, frutto del corso tenuto nel 1999 nell'Istituto di Spiritualità, le tre Lettere degli Arcivescovi sopra riportate aprono - all’autore e al lettore - una più ampia e mirata comprensione, quella ecclesiale ossia, quella della Chiesa impegnata nello slancio missionario e nel dialogo interreligioso (Lettera Card. Re) per portare, nell’esperienza mistica tipica di Giovanni della Croce (Lettera Card. Piovanelli), il lieto annuncio di Cristo, Unico Redentore dell’uomo (Lettera Mons. Benotto). Mirata visione ecclesiale quindi è quella del libro di “Spiritualità indiana” orientata a tre ambiti del mistero cristiano: missionario (1.), mistico (2.), cristologico (3.).
Infatti, il testo:
Pertanto, “Spiritualità indiana”, dal sottotitolo “Magistero e mistica carmelitana”, prima ancora d’essere una lineare scansione sanjuanista in progressione perfettiva alla ricerca, nelle grandi tradizioni religiose dell’India, di “elementi compatibili” (Fides et Ratio 72) e, all’interno di questi, mostrarne pure le differenze con la Fede cristiana, vorrebbe essere un libro di velata Ecclesiologia. Il libro, infatti, pone in evidenza il ruolo centrale della Chiesa, la sua “necessità nel disegno della salvezza” anche per le religioni non cristiane e per tutti i cercatori di Dio, come sottolineato da Benedetto XVI nella sua Visita Pastorale a Brescia (8 Novembre 2009), ricordando la “Ecclesiam Suam” di Paolo VI nel trentesimo anniversario della sua morte.
Il testo è agevole e articolato, ricco di riferimenti scritturistici ‘canonici’ indù e buddhisti e di riferimenti del Magistero della Chiesa Cattolica, come pure di autori e studiosi cattolici quali, per esempio: Padre Cirillo Bernardo Papali ocd (1902-1981), perito al Concilio Vaticano II per la questione dei laici e primo docente di Indologia dal 1950 presso le Pontificie Facoltà Romane; Sua Ecc. Mons. Daniel Acharuparambil ocd (1939-2009), Arcivescovo di Verapoly, già docente di Induismo presso le stesse Facoltà Teologiche Romane; Sua Ecc. Mons. Marcello Zago omi (1932-2001), studioso del Buddismo e già Segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli; Padre Ermanno Ancilli ocd (1925-1988), già Preside del Teresianum; Padre Alberto Boccanegra op, già Docente di introduzione al mistero cristiano presso la Facoltà Teologica di Firenze, per i riferimenti tomisti relativi alla retta interpretazione della presenza di Dio nell’uomo.
Mentre ringrazio i sopraccitati Vescovi per la cordiale stima e le convincenti parole, il pensiero grato va anche al mio Parroco Emerito di Cristo Re in Brescia, Don Enrico Bonazza, per aver sempre seguito, con attenta carità pastorale, il mio cammino di "ricercatore di Dio" nella Chiesa Cattolica.
L'immagine di copertina
Significato allegorico dei principali elementi simbolici che circondano Śiva:
- tra le sopracciglia vi è il terzo occhio, simbolo della saggezza che distrugge il male dei peccati;
sulla fronte vi è la luna crescente, simbolo del controllo sul tempo;
- le ceneri funerarie che ricoprono il corpo sono simbolo della purezza e della distruzione del falso;
- sulla fronte, e su altre parti del corpo porta tre linee composte di vibhuti (cenere sacra) che rappresenta l’essenza stessa dell’Ātman non toccato dalle vasana (attrazioni e repulsioni, condizionamenti, attaccamento al corpo, al mondo, alla fama, ai piaceri mondani, ecc.); pertanto vibhuti indica l’immortalità dell’anima.
(la foto: Śiva in posizione yogica, miniatura del XVII secolo)