La Stella del Carmelo
Sddhartha Gautama (VI-V sec. a.C.), il Buddha, proclamava che aveva trovato un antico lungo sentiero e che l’aveva percorso: «Io ho scoperto un antico sentiero, già percorso da Perfetti perfettamente Svegliati di un tempo... Io l’ho seguito» (Samyutta Nikâya, II). L’alto valore spirituale raggiunto da Siddhartha, percorrendo questo sentiero, fu tale che già nell’antichità cristiana Clemente Alessandrino di lui scrisse: «Ci sono anche fra gli indiani quelli che obbediscono ai precetti di Buddha che per la sua insigne virtù viene onorato come un dio» (Stromata, I,1,15).
L’insigne virtù viene delineata come benevolenza universale e si caratterizza per il sentimento d’animo sempre più vasto - verso tutte le creature - per cui è detto che produce l’illimitata redenzione dell’anima buddhista (cfr. Metta Sutta). Questa virtù, intrisa di buona volontà, cordialità, di gentilezza amorevole, ha un duplice aspetto: come tratto affettivo si china sul dolore umano; come tratto effettivo è orientata a eliminare ed estinguere le cause del dolore - प्रतीत्यसमुत्पाद *- che affliggono l’esperienza umana.
* प्रतीत्यसमुत्पाद => Lex Causalitatis et Retributionis (C.B. PAPALI ocd, Hinduismus, 1953)
* प्रतीत्यसमुत्पाद => I Dodici nessi causali (pratîtya-samutpâda), la catena degli ‘anelli’ (nidâna), ossia la genesi condizionata che il Buddha ha insegnato:
«Via liberationis consistit in recta cognitione harum causarum
et exercitatione abnegationis»
(C.B. PAPALI ocd, Hinduismus, 1953)